1966 – Tre case al mare. Ardea. Roma. con: R. Mariotti
Il progetto di tre case di abitazione stagionale per le famiglie di tre fratelli indaga sulla possibilità che ha un parallelepipedo di frantumarsi mantenendo la propria compattezza voIumetrica. In concreto volevamo costruire tre case minime che avessero la consistenza e l’ aspetto di un volume unico. Il primo disegno analizzava l’espansione del volume cubico nello spazio in maniera simile a quanto era stato sperimentato da Kahn nella Casa Goldemberg, ma ben presto il processo si sviluppò ben oltre.
Il parallelepipedo di partenza è qui rovesciato, l’interno diviene esterno e viceversa. Una serie di trasformazioni logico-geometriche lungo gli assi del quadrato di pianta rompono l’unità, lungo le diagonali si concentra la massa muraria e qui i muri si raddoppiano, dando luogo a tre elementi separati, variati all’interno
secondo tre diversi modi di crescita, ma tenuti assieme dalla comune intelaiatura. Di conseguenza i ‘tre prospetti esterni prendono l’aspetto di vere e proprie sezioni, luoghi dove tale crescita è arrestata dal perimetro del volume di partenza.