1984 – Progetto per la sistemazione del parco del Ninfeo BramantescO – Genazzano (RM) con C. Panepuccia
Del Ninfeo bramantesco di Genazzano gli storici sanno ben poco: incerta l’attribuzione al Maestro, non suffragata da documenti, malgrado l’alta qualità della fattura; sconosciuta la funzione e le vicende di costruzione (Casino di caccia, luogo di feste e rappresentazioni? Edificio incompiuto o falso rudere?)
Quel che colpisce oggi è il perfetto rapporto di rispecchiamento che vi si stabilisce tra architettura e luogo naturale.
Al nuovo Parco si chiedeva di recuperare per quanto possibile l’esclusività di tale rapporto: in primo luogo di creare un filtro visuale fra l’eccezionale monumento e l’intorno, degradato dall’uso improprio dei terreni e dalle costruzioni abusive al bordo dell’abitato. In secondo luogo inserire nelle sue immediate vicinanze elementi discreti capaci di dialogare con esso, ampliandone l’immagine nel paesaggio.
Come un tempo e come era stato recentemente sperimentato il Ninfeo poteva tornare ad essere luogo restituito alla comunità cittadina per eventi culturali.
Il progetto di sistemazione prevedeva di fronte ad esso un quadrato pavimentato che poteva accettare una platea durante le rappresentazioni nelle quali le arcate del Monumento avrebbero costituito scena e fondale.
Nell’immagine invece di ogni giorno il pavimento quadrato poteva essere allagato derivando in esso il ruscello che scorre nella valletta, formando uno specchio d’acqua di limitata profondità che avrebbe restituito l’immagine riflessa del monumento e avrebbe ricordato il significato originario del”Ninfeo”.
Altri episodi strutturavano l’intorno come echi del monumento: un “Canopo” a chiudere l’area a valle, una “insegna-belvedere” , due “camere verdi”,elementi radicati nel vocabolario formale dei giardini storici italiani.