1989 – Concorso per la sistemazione di Piazza Umberto primo a Lama dei Peligni (CH) con: F. Montuori
Abbiamo scelto di affidare la riqualificazione dello spazio centrale ora informe e la riproposizione dell’immagine storica ed istituzionale del Paese ad un nuovo elemento architettonico, autonomo dal contesto spaziale, ma capace di raccogliere in una sola sintesi i simboli connotativi del centro di Lama dei Peligni: una struttura architettonica continua – un lungo muro – che riconnetta gli spazi della città che vi convergono.
Sulla parete muraria si riflettono, come in uno specchio di pietra, i simboli della centralità civile e della storia antica di Lama dei Peligni; il suo progetto figurativo è quello di raccordare su di un’unica scala metrica gli spazi finiti della città con l’immagine di infinito che ci giunge dalla terrazza panoramica.
Verso il muro confluiscono infatti gli altri due elementi del progetto che riassumono, in due geometrie semplici, le due attività centrali urbane: il percorso e la sosta.
La piazza Umberto I è così collegata attraverso il percorso pedonale rettilineo con il resto della città che contemporaneamente si trova affiancata da uno spazio arredato, la piazza nella piazza, in grado di favorire momenti aggregativi e culturali.
Seguendo la linea orizzontale del muro ci si avvia verso un altro elemento fondamentale del Paese: la terrazza panoramica. Sulla terrazza il muro si modifica gradualmente con una serie di fessure che infittendosi portano via via ad una percezione graduale del panorama; infine i1 muro si richiude in una spirale interrotta da fessure dalle quali si coglie per frammenti iil paesaggio circostante.
Sulla parete muraria che riconnette gli spazi del Paese si riflettono, fissandosi, ora come semplici immagini, ora come (falsi) frammenti archeologici, i simboli della Municipalità, della Storia, dell’ambiente circostante.
Si susseguono così il segno dello stendardo comunale, il portale del municipio isolato ed enfatizzato, 1a fontana formata da ideali frammenti dell’immagine di Ercole, che rimanda al mito fondativo del luogo, la nuvola, immagine del costante rapporto con il paesaggio.
La parete muraria, configuratasi così come elemento emblematico, potrà diventare il luogo dove raccogliere sistematicamente i segni della creatività collettiva e i nuovi simboli della storia futura della comunità.
(dalla Relazione di Concorso)