1984 – Secondo progetto per la sistemazione di Piazza dei Cinquecento. Roma con: A. Di Noto, F. Montuori.
Questo progetto è il punto di arrivo di un processo di approfondimento sull’area di Temini che ha prodotto lungo due anni una serie di varianti progettuali.
In questa proposta è rafforzata l’unità spaziale del cavo urbano intervenendo con più decisione con nuovi edifici lineari lungo i bordi sud-ovest e nord-est, là dove ora si svolge l’interscambio con i quartieri Esquilino e Castro Pretorio.
Alla quota delle biglietterie della Stazione si imposta la grande piastra pedonale che, sfruttando la differenza di quota tra la Stazione e le Terme, aumentata da da uno scavo archeologico che ripristini la quota di imposta originale, si affaccerà sull’area termale con un dislivello di circa sei metri.
La piazza pedonale sarà solcata solamente dalla linea dell’Agger Servianoe e dalle incisioni delle scale mobili che la collegano al livello sottostante, dove è ubicata al stazione della Metropolitana, il sistema viario di attraversamento piazza Indipendenza-via Cavour, i parcheggi, i servizi e i percorsi di connessione con la ferrovia.
Lo scavo archeologico tenderà a ricomporre l’immagine complessiva delle Terme, ricostruendo la traccia del recinto e del corpo principale, eliminando l’attraversamento di via Einaudi e riportando alla luce i resti sepolti della “Botte di Termini”.Sarà così ristabilito il rapporto visivo immediato tra la Stazione e l’area archeologica, rafforzato dalla continuità delle quinte laterali, come era nelle intenzioni dei progettisti della facciata di Termini, quando idearono la grande pensilina vetrata. D’alta parte se la Stazione è la porta della Città, occorre in questo luogo rafforzare la caratteristica principale di questa, la continuità tra Antico e Nuovo.