Luogo / Campo
Azione preliminare ad ogni intervento progettuale su di un LUOGO è la sua lettura e identificazione come PAESAGGIO, come abbiamo visto. Solo dopo che ne sono state riconosciute le caratteristiche è possibile accingersi a modificare il luogo, proseguendo quel processo di trasformazioni che nella sua storia ha prodotto il suo stato attuale.
All’origine di ogni processo progettuale c’è la delimitazione e la definizione di un CAMPO fisico di intervento, che, a differenza dei precedenti, è strumento operativo.
Similmente a quanto si definisce un campo elettromagnetico si individuano uno o più poli, elementi materiali o concettuali rilevanti che si intende debbano esercitare una certa influenza sull’intorno. Come nella analogia elettromagnetica l’influenza è definita da una certa intensità, che può essere relativa alla distanza, anch’essa fisica o simbolica oltre la quale essa si perde.
Il concetto di Campo, può essere esteso a qualsiasi dimensione di progetto, da quella territoriale all’urbana a quella dell’edificio o di una sua parte.
L’influenza è quindi percepibile in una area fisica nella quale i poli che la esercitano possono essere al suo interno, sui bordi o addirittura all’esterno di essa. Nel caso di un unico polo (o di un polo decisamente prevalente) si ha di conseguenza una organizzazione centrale. La Piazza del Campo a Siena, per la sua forma, per il modo in cui l’orografia si è fatta architettura, per il valore materiale e simbolico della presenza della Torre, influenza un largo intorno del tessuto urbano circostante, fin dove, allontanandoci dal polo-piazza, altri elementi polari entrano in gioco.
Nello spazio vuoto della Piazza del Quirinale, dove ogni addizione avvenuta nel tempo (dal Palazzo Papale all’ala della Dataria, alle Scuderie, al Palazzo della Consulta fino alla sistemazione di Pio IX) ha modificato l’assetto generale nel quale la ricerca di un impossibile “centro”è testimoniata dagli spostamenti succedutisi nel tempo del gruppo dei Dioscuri, fino all’equilibrio attuale.
D’altra parte in una sistemazione stabile e congelata nel tempo come quella di Piazza dei Miracoli a Pisa non c’è chi non riconosca e “senta” il valore polare dei tre oggetti che vi sono posati. Ovviamente tale valore è rafforzato da lla differenza formale che caratterizza i tre elementi (vedi →ELENCO). In un esempio a noi più prossimo Gehry nell’area delimitata e chiusa del campus della Loyola Law School, L.A., 1881-91 costruisce uno spazio nel quale le forze di polarizzazione dei diversi elementi componendosi e equilibrandosi stimolano un uso creativo del luogo.
Nel progetto viene quindi ritagliato dal continuum fisico geografico che circonda la nuova opera un CAMPO FISICO. In esso il progettista seleziona, isola e forma una gerarchia tra gli elementi dell’intorno con i quali vuole interagire. Egli si costruisce così una provetta nella quale poi introduce e fa reagire gli elementi della sua ricerca e del suo esperimento, tra di loro e con gli elementi dell’intorno da lui scelti, escludendo tutto il resto.
In questo senso si tratta di un’area fisica delimitata nella quale agiscono forze/relazioni tra gli elementi che vi si trovano proporzionali alla condizione di prossimità (fisica o concettuale) di questi. L’equilibrio generale è la risultante di tutti questi sottoequilibri interni. L’intensità della forza di polarizzazione può essere manipolata introducendo barriere. Un recinto interrompe bruscamente l’influenza di quelle polarità e segna con maggior forza la differenza tra l’interno e l’esterno: nelle città murate della tradizione europea le mura, oltreché a scopi praticii, concorrono a definire la qualità urbana dell’interno e a distinguerla e separarla dal contado esterno.
Per analogia possiamo definire un CAMPO VIRTUALE di natura STORICO CULTURALE. Ogni intervento progettuale sceglie nella sequenza storica delle immagini un insieme di forme con le quali intende confrontarsi o comunque stabilire un rapporto. Naturalmente assumono una particolare importanza le forme architettoniche a lui contemporanee, ma entrano in gioco anche quelle del passato, scelte per assonanza formale dei motivi (vedi→MOTIVO) e anche forme o immagini desunte da altre arti e dal mondo naturale). Molto spesso la scelta è inconscia e non razionalizzata dal progettista ma non per questo meno presente e pregnante. Si definisce così il concetto diantecedente logico., quale la ricerca del GRAU negli anni ’60 ha desunto dal pensiero del filosofo marxiano G. Della Volpe.
Ogni nuova immagine ha antenati anche remoti. Bramante, a proposito del suo progetto per S. Pietro si dice volesse “ porre la cupola del Pantheon sopra le volte del Tempio della Pace”. Gehry concepisce il disegno generale del Museo Guggenheim di Bilbao con un chiaro riferimento, forse involontario, a una scultura di Boccioni, “Sviluppo di una bottiglia nello spazio”, 1913.